Il territorio e i rischi geologici e ambientali
Il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli e il presidente della Commissione “Grandi Rischi” Gabriele Scarascia Mugnozza hanno incontrato tecnici e amministratori all’Università del Sannio per discutere di territorio e di rischi geologici e ambientali. Anima dell’evento, che rientra nelle celebrazioni del Ventennale Unisannio, Francesco Maria Guadagno, ordinario di Geologia applicata all’ateneo sannita, che si è fatto promotore di una tavola rotonda a cui hanno partecipato anche il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, il sindaco del Comune di Benevento Clemente Mastella, il presidente della Provincia Antonio De Maria, il dirigente del Genio Civile di Benevento Giuseppe Travia.
L’incontro è stato aperto dai saluti del rettore Filippo de Rossi e del prefetto di Benevento Francesco Antonio Cappetta. Ricordato Giuseppe Zamberletti, per lungo tempo autorevole guida della Protezione civile in Italia, recentemente scomparso.
È stato un confronto a più voci sul contributo che la comunità accademica può dare alla politica nel guidare le azioni necessarie alla mitigazione dei rischi geologici e sulla necessità di mettere in atto sistemi efficaci di allertamento della popolazione.
Recenti studi hanno dimostrato che almeno il 20 per cento del territorio beneventano è interessato da frane mentre circa 80 km di arterie stradali presentano fenomeni di frana. In 12 centri abitati ci sono frane da considerare attive. La buona parte dei comuni ricade in aree con la massima pericolosità sismica e con costruzioni molto vulnerabili. Almeno 8 km di fascia fluviale abitata sono da considerare a rischio alluvionamento in caso di eventi anche non particolarmente eccezionali.
In questo scenario le azioni e i piani di prevenzione e di intervento emergenziale diventano fondamentali.
Sul territorio nazionale sono 2 milioni le persone esposte a rischio sismico, specialmente nell’area vesuviana e dei Campi Flegrei, 9 milioni sono esposte invece a rischio alluvionale. Negli ultimi tempi, ha ricordato Borrelli, l’Italia è stata interessata da fenomeni metereologici avversi e danni imprevedibili e incalcolabili con migliaia di alberi abbattuti dal vento. Solo negli ultimi 4 mesi del 2018 si sono registrate 45 vittime di eventi calamitosi. “Ciò – ha ribadito il capo della Protezione civile – ci impone di mettere in piedi una rete di monitoraggio ed efficaci azioni di prevenzione e protezione”. Attualmente esiste una rete meteo-pluvio-idrometrica nazionale e una rete radar nazionale per il monitoraggio e la sorveglianza del territorio. Punto debole resta ancora la comunicazione e la necessità di potenziare il sistema di allertamento al quale lavorano, 24 ore al giorno, in 21 centri funzionali, 500 persone. Per questa ragione si sta lavorando a IT-alert: il futuro sistema di allertamento della Protezione Civile. Si tratta di una piattaforma nazionale per inviare messaggi a tutti i dispositivi mobile e avvertire tempestivamente sulle più importanti situazioni di pericolo. La soluzione diventerà operativa tra circa un anno e mezzo e in caso di necessità farà in modo che tutti i telefonini o smartphone agganciati a una rete circoscritta di celle telefoniche ricevano il segnale di allarme.