Unisannio Cultura ospita Salvatore Esposito
Salvatore Esposito è stato ospite dell’Università del Sannio martedì 21 febbraio 2017. L’attore, meglio noto come Genny Savastano, personaggio della serie televisiva Gomorra, ha presentato il suo libro “Non volevo diventare un boss” (ed. Rizzoli), nell’ambito del progetto Unisannio Cultura e in collaborazione con BCT-Festival Nazionale del Cinema e della Televisione Città di Benevento. L’incontro si è svolto presso la Sala lettura del Dipartimento DEMM in Piazza Arechi II a Benevento.
Dopo i saluti del rettore dell’ateneo sannita Filippo de Rossi, ha moderato l’incontro il direttore artistico di BCT Antonio Frascadore.
Salvatore Esposito - biografia
Nato a Napoli nel 1986, Salvatore Esposito ha sempre sognato di fare l'attore e appena raggiunta la maggiore età, ha studiato recitazione, prima nella sua città, presso la Scuola di cinema di Napoli, e successivamente con l'acting trainer Beatrice Bracco. Ha fatto il suo esordio televisivo nel 2013 con Il clan dei camorristi, nel ruolo di Domenico Ruggiero. Dal 2014 è protagonista di Gomorra-la serie, nei panni di Genny Savastano. Al cinema si è distinto nel ruolo di Vincenzo nel film Lo chiamavano Jeeg Robot e in quello di Sante nel film Zeta di Cosimo Alemà
Il libro - Non volevo diventare un boss. Come ho realizzato i miei sogni grazie a Gomorra (Rizzoli 2016)
Nel libro Esposito ha deciso di raccontarsi perché trova che la sua storia personale possa ispirare un po' tutti, specialmente i giovani. Salvatore è un figlio della Napoli popolare: cresciuto senza vizi, ha dovuto presto cominciare a darsi da fare. Tuttavia, diversamente da tanti coetanei che nella speranza di guadagni facili si sono lasciati tentare dalla sirena pericolosa della Camorra, ha sempre creduto, come i suoi genitori, nello studio e nel lavoro. Ma in questa vita, onesta e normale, a un tratto ha fatto irruzione una passione incontenibile, assoluta: quella per la recitazione.
All'epoca Salvatore, per mantenersi, lavorava da McDonald's: diventare un attore sembrava impossibile. Eppure, con determinazione, umiltà, spirito di sacrificio, ci è riuscito. Non volevo diventare un boss racchiude un messaggio importantissimo e positivo per i ragazzi: non cercate facili scorciatoie, ma inseguite le vostre passioni perché così i vostri sogni potranno diventare realtà. Allo stesso tempo, questo libro rappresenta un omaggio di Salvatore a Napoli, la sua città che gli ha dato tanto, e che non va identificata con la Camorra, ma semmai con la gentilezza della gente, o con il suo teatro e la sua musica, o magari semplicemente con la cortesia di un caffè sospeso.